Rinne

Questa è la storia di Sakura Mamiya, una studentessa liceale, che sin da piccola riesce a vedere gli spettri. Questo accade perché un damashigami, dio imbroglione della morte, la porta nel mondo dell'aldilà quando era ancora bambina. Un giorno la Sakura, fa la conoscenza di Rinne Rokudo, un ragazzo che lavora come shinigami, ovvero dio della morte. Rinne, che in giapponese significa reincarnazione, è infatti per metà essere umano e per metà shinigami, e sua nonna fu colei che protesse nell'aldilà la stessa Sakura. I due si occuperanno assieme di scacciare gli spiriti e mandarli verso la ruota della reincarnazione.

La trama è la solita adottata dalla Rumiko: fatta di storie autoconclusive con la stessa struttura di sempre che spesso e volentieri fanno scappare la risata. Da Lamù fino a Rinne, nulla è cambiato, le sue opere restano molto simili, infatti i protagonisti hanno a che fare con spettri (come in InuYasha) e le situazioni si ripetono. Il personaggio di Sakura sembra, anche fisicamente, Kagome di InuYasha, Rinne sembra lo stesso InuYasha nei combattimenti e Un personaggio di Ranma negli atteggiamenti. Siamo solo all'inizio della pubblicazione, ma la mia previsione è che compariranno altri personaggi più o meno forti e altrettanto ridicoli negli atteggiamenti; che diventeranno nemici o che si uniranno al gruppo per scacciare gli spettri. Per di più, non vorrei sbagliare, ma ho notato anche una vaga somiglianza tra la nonna di Rinne e Sesshomaru fratello di InuYasha. E' bello comunque il fatto di rappresentare la ruota della reincarnazione nel cielo dell'aldilà.

I disegni di Rumiko sono uguali a quelli dei precedenti manga, senza dimensioni, con poche ombre ed un pò approssimativi in alcune parti. Comunque, da quando ha scritto InuYasha, a mio parere, l'autrice usa meglio i retini e in questo manga i pochi rilievi presenti sono dovuti proprio ai retini.

L'edizione della star comics è un'edizione semplice tascabile, senza pagine a colori o note dell'autrice.